Obbligo d’amore

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Seduta al tavolino del bar guardava senza vedere tutto ciò che la circondava, era concentrata solo sulla voce dell’altoparlante che annunciava roboticamente gli arrivi, le partenze e i ritardi dei treni. Ormai il caffè era diventato freddo,fece segno al ragazzo del bar di portagliene un altro, lo dolcificò con il miele e mentre lo portava alle labbra, il suo aroma la riportò indietro di anni, in un altro tempo, in un altro luogo…
I ricordi sono fotografie vivide e a volte se continui a guardarle ti impediscono di ricominciare a vivere, lo sapeva molto bene, lo stava vivendo sulla sua pelle.
La decisione di andarsene era maturata piano, come quando certe notti chiudendo gli occhi sentiva nel cuore quella solitudine fredda, all’inizio si era data della sciocca, giustificando atteggiamenti inesistenti, poi quel senso di vuoto l’aveva accompagnata in ogni attimo di vita attaccandosi come una seconda pelle a volte impedendole di respirare.
Aveva fatto un colpo di testa dettato dal cuore, sorrise al pensiero e il dolore fu una fitta al cuore che le rese gli occhi lucidi…
Fu distratta da una coppia che mano nella mano e occhi negli occhi si parlavano senza parole, facendo il pieno d’amore forse per non mancarsi troppo.
Quanto amore si percepisce nelle stazioni, negli aereoporti, sia se parti, o che ritorni, la mancanza fisica spaventa e intristisce, quante volte era capitato a lei, a loro, quella distanza fisica era assurda, anche se, poi, aveva imparato che la distanza peggiore è quella della vicinanza, quella in cui se allunghi la mano puoi toccare il suo viso e non vedere nessun sorriso, la stessa distanza che ti fa sentire naufrago in mezzo ad un oceano di persone, la solitudine dell’anima era solita definirla.
E lei la pativa maledettamente, questo lui lo sapeva, se lo erano detti in quell’altro tempo davanti ad un caffè, raccontandosi la loro vita e i loro amori, le delusioni, le speranze, i sogni, il non voler sentirsi più soli in mezzo agli altri, il parlare sempre come amici, la voglia di complicità… chissà cosa spinge le persone a credere che questa volta “sarà diverso” , invece? La verità è che amare fa male, se lo era ripromessa, mai più amerò e per tanti anni era stata brava, aveva voluto bene, fino a quando si era accorta che la notte quando cercava di addormentarsi, si sentiva sola anche se non lo era… finché un giorno era arrivato lui, l’Amore con la A maiuscola, il battito del cuore, la sua anima.
L’Amore come non lo aveva mai provato, l’amore immenso dei poeti, l’amore che ti fa volare senza che tu abbia le ali, quell’amore, il suo, il loro, il per sempre.
Quello stesso amore che adesso la costringeva ad andare via, meglio essere soli che sentirsi soli, se lo era ripetuto come un mantra.
La voce dell’altoparlante annunciava l’arrivo sul binario 8 del suo treno, uscì lentamente, lo sguardo si posò sulla coppia che si stava baciando e per una frazione di secondo desiderò tornare da quel viaggio di lavoro e trovare lui, i suoi occhi, la sua bocca, le sue mani, perdersi in un suo abbraccio e dirgli “mi sei mancato”… invece… si erano persi di vista pur vivendo insieme.
Mio dio quanto male fa? Adesso le lacrime scorrono senza freni, non le importa degli sguardi, sale sul treno si siede e soffiandosi il naso giura che non amerà mai più nessuno, anche perché sarà sempre innamorata di lui, obbligata da una forza che nulla ha di umano, lei continuerà ad amarlo finché il suo cuore continuerà a battere.
L’ho osservata al bar, era seduta da un po, sembrava aspettasse qualcuno che non è arrivato, adesso è seduta di fronte a me, piange sembra una bambina inconsolabile, si soffia il naso, le sorrido ma non mi vede.

Sfogliatella

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